Yazd (in persiano یزد) è il capoluogo dell'omonima provincia iraniana. In seguito al suo adattamento secolare al deserto circostante, Yazd presenta un'architettura unica. È nota in Iran per l'artigianato di prima qualità, che produce soprattutto tessuti di seta e prodotti dolciari. È uno dei principali centri dello zoroastrismo.
Geografia fisica
Territorio
Yazd è situata in un'oasi fra i deserti del Dasht-e Kavir e del Dasht-e Lut. La città è chiamata talvolta "la sposa del Kavir" per la sua posizione, in una valle fra lo Shir Kuh, la montagna più alta della provincia (4075 m s.l.m.) e il Kharaneq. La città sorge a 1.216 m s.l.m.
Clima
Yazd è la più secca fra le principali città iraniane, con una media annuale delle precipitazioni di 60 mm ed è anche la più calda fra le città a nord del Golfo Persico, con temperature estive che superano frequentemente e abbondantemente i 40 °C senza umidità. Anche di notte le temperature estive sono torride. In inverno le giornate sono miti e assolate, ma al mattino le temperature possono essere di parecchi gradi sotto lo 0 °C.
Storia
La città vanta tremila anni di storia e risale al tempo dell'impero medo, quando era nota come Ysatis (o Issatis). L'attuale nome della città potrebbe derivare da Yazdgard I, un re sasanide. La città era già un centro zoroastriano in epoca sasanide. Dopo la conquista islamica della Persia, molti zoroastriani delle province circostanti trovarono rifugio a Yazd. La città rimase zoroastriana per secoli e divenne gradualmente l'islam divenne la principale religione della città.
A causa della remota posizione nel deserto e della difficoltà di raggiungerla, Yazd si è conservata pressoché intatta dalle distruzioni delle guerre. Ad esempio, è stata un rifugio per i fuggiaschi da altre città dell'impero persiano durante l'invasione di Gengis Khan. Nel 1272 fu visitata da Marco Polo, che diede conto della raffinata tessitura della seta.
Per breve tempo divenne capitale sotto la dinastia muzaffaride nel XIV secolo e fu assediata senza successo fra il 1350 e il 1351 dagli Ingiuidi comandati dallo sceicco Abu Ishaq. La Moschea del Venerdì, il più importante monumento architettonico della città, e altri importanti edifici risalgono a questo periodo. Durante la dinastia Qajar, nel XVIII secolo, fu governata da khan bakhtiari.
Durante il periodo di Pahlavi I, un folto gruppo di curdi della tribù Gulbaghi si trasferì dal nord della provincia del Kurdistan alla città di Yazd e alle città di Isfahan, Kashan e Nayin, e oggi i curdi sono elementi più assimilati nella popolazione di queste città.
Monumenti e luoghi di interesse
Società
La popolazione della città è costituita in stragrande maggioranza da musulmani sciiti duodecimani. L'identità islamica sciita è molto forte; Yazd è infatti considerata una città fortemente religiosa, tradizionalista e conservatrice. I principali eventi celebrati nelle strade delle città sono gli azadari, le processioni in onore dei martiri islamici, in particolare quello di Ashura. Vi è poi una comunità di zoroastriani; Yazd rappresenta insieme a Kerman uno dei principali centri dello zoroastrismo. Vi è poi una comunità ebraica, emigrata in gran parte nel XX secolo verso Israele e Tehran.
Nel 2006 la città aveva una popolazione di 423006 persone.
Architettura e patrimonio
Yazd è una città di primaria importanza come centro dell'architettura persiana. A causa del clima secco, ha una delle più ampie reti di qanat nel mondo e i costruttori di qanat di Yazd sono considerati i più abili dell'Iran. Per affrontare le estati torride, molti edifici antichi sono dotati di magnifiche torri del vento e di vasti ambienti sotterranei. La città ospita anche importanti esempi di yakhchal, di cui alcuni sono ancora usati come ghiacciaie per conservare il ghiaccio proveniente dalle vicine montagne. La città vecchia di Yazd è uno dei più grandi centri urbani costruito quasi interamente con adobe, un impasto di argilla, sabbia e paglia.
Il patrimonio di Yazd come centro zoroastriano è anch'esso importante. C'è una torre del Silenzio nei dintorni e in città c'è un tempio del Fuoco, che conserva un fuoco che arde ininterrottamente dall'anno 470.
Cultura
Istruzione
L'Università di Yazd fu fondata nel 1988 e comprende una facoltà di architettura con specializzazione in arte e architettura tradizionali iraniane
Musei
Nel 2000 è stato aperto il Museo dell'Acqua di Yazd.
Economia
Sempre apprezzata per la qualità delle sue sete e dei suoi tappeti, Yazd è oggi un centro dell'industria tessile iraniana. È presente anche in industria delle ceramiche e dei materiali per l'edilizia, come anche l'industria dolciaria e l'oreficeria.
Una parte significativa della popolazione è impiegata nell'agricoltura, nell'allevamento, nella lavorazione dei metalli e nella produzione di macchinari. Alcune aziende operano nel ramo dell'informatica e nella produzione di componenti elettronici come cavi e connettori. Attualmente Yazd ospita il più grande produttore iraniano di fibre ottiche.
I pasticceri di Yazd sono famosi in tutto l'Iran e costituiscono anche un'attrattiva turistica. I laboratori (esperti o khalifehs) mantengono segrete le loro ricette e molti di loro sono rimasti attività familiari tramandate da molte generazioni. Baghlava, ghotab e pashmak sono i dolci più richiesti.
Amministrazione
Gemellaggi
Yazd è gemellata con le seguenti città:
- Jászberény
- Giacarta
Note
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Yazd
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Yazd
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Yazd
Collegamenti esterni
- Vedi galleria di 360 ° VR panorama di Yazd, su stockholm360.net.
- Patrimonio culturale di Yazd, su yazdcity.ir.
- Yazd.com.
- YazdTourism.com. URL consultato il 27 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2008).
- Foto e video di Yazd, su letsgoiran.com. URL consultato il 27 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2012).
- Università di Yazd, su yazduni.ac.ir. URL consultato il 15 novembre 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2012).
- Yazd - il fuoco eterno (zoroastrismo a Yazd), su homepages.tesco.net. URL consultato il 27 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2011).




